A Roberto Donadoni e al suo Parma è stato consegnato oggi il Premio Liedholm 2015, giunto alla sua quinta edizione. Il tecnico bergamasco entra così a far parte dell’albo d’oro di questo importante riconoscimento insieme a Carlo Ancelotti, Vicente del Bosque, Michel Platini e Paolo Maldini, tutti premiati negli anni scorsi (come oggi Donadoni) per “avere sempre anteposto i valori massimi dello sport e del sacrificio sul campo a qualsiasi interesse economico e individuale“. La cerimonia della consegna ha avuto luogo anche quest’anno nella cantina dell’azienda vinicola di Cuccaro Monferrato che fu del Barone e che in seguito è stata guidata dal figlio Carlo. Sono intervenuti, oltre allo stesso Carlo Liedholm anche il sindaco di Cuccaro Fabio Bellinaso, il prefetto di Alessandria Romilda Tafuri, i giornalisti Nicola Roggero (voce narrante del Premio), Alberto Cerruti e Gigi Garanzini.

“E’ stata una stagione complicata – ha ricordato l’ex tecnico del Parma a margine della premiazione – in cui si è fatto quasi tutto tranne che pensare al calcio. Ho fatto tutto il possibile, mettendo in pratica i valori e gli insegnamenti dei miei genitori e degli allenatori di tutta una carriera, tra cui Liedholm, che ricordo in particolare per lo stile e la straordinaria capacità di sdrammatizzare tutto. Anche per questa ragione il premio di oggi avrà uno spazio speciale nella piccola bacheca di casa mia”.

Il premio intitolato a Nils Liedholm costituisce sempre un’occasione importante per ricordare un simbolo di un’epoca in cui il calcio era considerato ancora un gioco e non aveva del tutto smarrito la sua innocenza. Un uomo e un campione apprezzato da tutti per aver saputo incarnare nel corso di una lunga carriera di calciatore e di allenatore i valori sportivi più autentici. Doti umane e valori che, grazie soprattutto all’esempio, ha sempre saputo trasmettere con grande passione ai suoi allievi, dimostrando con i fatti come nello sport sia possibile raggiungere i massimi traguardi senza mai venir meno al rispetto e alla lealtà nei confronti dell’avversario. Un personaggio davvero unico (scomparso nel novembre del 2007), che ha segnato come pochi la storia del calcio dal dopoguerra a oggi.

Sono orgoglioso e felice, nel ricordo di un uomo di tale spessore – ha aggiunto Donadoni. Non credo che oggi ci sia un tecnico che possa ricordarlo, è bello che se ne parli per le sue caratteristiche.

(Sebastiano Catte, 22 ottobre 2015)