Se non far ripartite subito i negoziati di pace, almeno fermare la violenza e gli attentati terroristici. È l’obiettivo che si è prefissato il segretario di Stato Usa John Kerry che incontrerà in settimana in Germania il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Come Kerry nei giorni scorsi ha irritato il governo Netanyahu affermando che “lo stallo nei negoziati, e l’occupazione di Gerusalemme, sono fra gli elementi che hanno favorito le nuove violenze” per poi però sottolineare che gli Stati Uniti sostengono il diritto di Israele a difendersi. Dopo Netanyahu, Kerry si recherà in Medio Oriente per vedere Abu Mazen e il re giordano Abdullah.

Intanto l’Isis minaccia ebrei e Roma. Il movimento islamista dell’Isis cerca di inserirsi nella nuova ondata di terrorismo che sta colpendo Israele e lancia in rete un nuovo video dal titolo “Messaggio ai Mujahideen di Gerusalemme, decapitate gli ebrei”. E la minaccia del Califfato preoccupa anche il prefetto di Roma Franco Gabrielli in chiave Giubileo (che si aprirà il prossimo 8 dicembre): “ci sono più rischi rispetto a qualche anno fa”, ha dichiarato il prefetto affermando che “temiamo il terrorismo non l’invasione dei fedeli”.

E di Isis parla anche lo storico francese Marc Ferro in una intervista al quotidiano ‘La Repubblica’: “Gli occidentali non l’hanno visto lo storico, che perse la madre ad Auschwitz – una forma di cecità di fronte alla storia, anche la più recente. Perché già dalla rivoluzione iraniana era chiaro che l’integralismo islamico aveva un solo obiettivo: distruggere gli Stati-nazione per dominare il mondo”.

(com.unica, 19 ottobre 2015)