Ha suscitato sgomento e indignazione nel mondo la notizia del bombardamento dell’Ospedale di Medici senza Frontiere a Kunduz, principale città del nord-est dell’Afghanistan – al centro, nei giorni scorsi – di violenti combattimenti tra talebani e forze afgane. La raffica di bombe, che ha provocato la morte di almeno 16 persone, sarebbe partita da un aereo dell’Us Air Force. È quanto hanno riferito gli stessi uomini dell’ONG, i quali hanno anche precisato che il bilancio è pesantissimo: 19 morti (12 membri dello staff di Msf e 7 pazienti dell’unità di terapia intensiva, tra cui 3 bambini) e 37 feriti (19 dello staff e 18 pazienti).

“I pazienti che non erano in grado di fuggire sono morti carbonizzati nei loro letti” – ha dichiarato Herman Nagarathnam, capo del programma di Msf per l’Afghanistan settentrionale. Secondo quanto riferito da un altro dirigente di Msf il raid aereo sarebbe continuato per oltre 45 minuti, dopo che la stessa organizzazione aveva avvertito le forze militari americane e afgane che il suo ospedale a Kunduz era stato centrato dalle prime bombe. Inoltre pare che non ci fossero talebani che sparavano dall’ospedale a Kunduz, come invece riferito da fonti militari americane, secondo cui il raid aveva come obiettivo talebani armati che sparavano direttamente contro membri dell’esercito Usa. “Gli ingressi del compound erano chiusi tutta la notte e quindi nessuno, tranne membri del nostro staff, custodi o pazienti, era nella struttura durante il bombardamento” – fanno sapere i dirigenti di Msf.

Chiamato direttamente in causa Obama ha annunciato di aver chiesto al ministero della Difesa di avviare immediatamente un’indagine sull’accaduto. “Aspettiamo i risultati di questa inchiesta prima di dare un giudizio definitivo su questa tragedia” – ha dichiarato il presidente americano. “Ho chiesto al dipartimento di tenermi al corrente delle indagini e mi aspetto un resoconto completo dei fatti e delle circostanze. Michelle e io preghiamo per tutti i civili colpiti da questo incidente, le loro famiglie e le persone care”.

(com.unica, 4 settembre 2015)