“La nostra Ue non versa in buone condizioni, manca l’Unione in questa Ue e manca l’Europa. Vogliamo cambiare le cose e farlo con uno sforzo congiunto”, così il presidente della Commissione Jean Claude Juncker parlando all’Europarlamento in seduta plenaria nei suo primo discorso sullo stato dell’Unione ha sferzato i governi europei sul delicatissimo tema dell’immigrazione.

Grecia e Italia sono tra gli stati più colpiti dalla crisi dei profughi. “I numeri sono impressionanti. Ma non è il momento di farsi spaventare è momento azione audace e concertata da parte Ue e tutte sue istituzioni. È il tempo dell’umanità” – ha detto Juncker. “Dobbiamo accettare le persone in fuga dall’Is su territorio europeo. È arrivato il momento di passare all’azione per gestire la crisi dei rifugiati e non c’è soluzione alternativa” ha detto ancora il presidente della Commissione Ue. Lanciando poi un monito ai Paesi membri a fare di più: “Gli standard europei, le regole sulla migrazione ci sono. Ma sono gli Stati membri che non le hanno applicate. Ora devono rispettarle: è in gioco la credibilità dell’Europa”.

E ancora un affondo conto quei muri, vedi quello ungherese, che non hanno certo fermato l’onda di arrivi. “Sino a quando ci sarà la guerra, nessun muro, nessuna barriera fermerà questa massa di rifugiati. Bisogna evitare la demagogia. Mettiamoci noi nei loro panni: quanto pagheremmo per rifarci una vita?” ha detto Juncker.  Infine l’invito ad approvare in tempi brevi la ripartizione delle quote.

“Mi appello gli stati membri affinché adottino” il ricollocamento di 160mila profughi “al prossimo Consiglio dei ministri interno. Spero non ci sia retorica, abbiamo bisogno di fatti” ha sottolineato Juncker aggiundendo che la commissione Ue propone “un meccanismo di redistribuzione permanente che ci permetterà di affrontare situazioni di crisi in modo più agevole in futuro”.

(com.unica, 9 settembre 2015)